Il silenzio ha spezzato il rumore,
si è sparso sulla pianura
preceduto dal fragore
Sopra i volti la paura.
I tuoi occhi più smarriti
Aggrappati alle speranze
Dentro un pozzo di detriti
Ti spegnevi lentamente.
Omaira, quante volte ti sei chiesta
come usare tutto il tempo che ci resta.
Omaira, quante volte ti sei chiesta
come dirci di non perdere la testa.
Un pensiero rivolto ai cari
che cercavi tra le persone.
“Riuscirò a venire fuori
per uscire da quella prigione?”
Una lotta di sessanta ore
e lentamente perdevi la vita.
Tremavi di freddo e dolore
e si sono arrese le tue dita.
Omaira, quante volte ti sei chiesta
come usare tutto il tempo che ci resta.
Omaira, quante volte ti sei chiesta
come dirci di non perdere la testa.
Mi ricordo i tuoi occhi neri
che ci guardano nel cuore.
Son rimasti nei pensieri
per la sorte spietata e brutale.
Una fine che lascia perplessi
per gli sforzi dell’uomo sul male.
Sei l’emblema di mille insuccessi
di una lotta infinita e crudele.
Omaira, quante volte ti sei chiesta
come usare tutto il tempo che ci resta.
Omaira, quante volte ti sei chiesta
come dirci di non perdere la testa.
Copyright © 2020 Samuele Villini.
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