Uno strano sogno

Guerre, popoli e padroni
senza spazio per giocare,
il futuro sulle spalle,
nel deserto e dentro il mare.

La paura tra le mani
mentre il buio ti confonde,
aggrappato a certi sogni
come barche tra le onde onde.

Troppo carica quell’aria,
non c’è tempo per pensare,
con il freddo che ti avvolge
e poche cosa da gridare.

Non è più la mano calda
che accarezza la tua testa,
non è mamma che ti culla
ma le onde di tempesta.

Sulla spiaggia si è fermato
quel tuo corpo senza vita,
con il volto rassegnato
e con la sabbia tra le dita.

E svanisce all’improvviso
nella pagine del giorno,
come a dire: “io non c’ero,
è normale, è solo un sogno”.

Tutto quello che rimane
è una lapide scolpita,
il ricordo d’un estate
e di un corpo senza vita.

Non è più la mano calda
che accarezza la tua testa,
non è mamma che ti culla
ma le onde di tempesta.

Copyright © 2020 Samuele Villini.
Tutti i diritti riservati.

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